venerdì 11 novembre 2011

Recensione: "Il principe e il peccato" e "La sposa e la vendetta" di Jacqueline Carey

Titolo: Il principe e il peccato
Titolo originale: Kushiel's Justice
Autore: Jacqueline Carey
Editore: Nord
Pagine: 408
Prezzo: 18.00€
Data d'uscita: 11/11/2010
altro: prima metà del secondo libro della trilogia di Imriel


Dopo essere miracolosamente sopravvissuto all’assedio della città di Lucca, Imriel de La Courcel, teroc in linea di successione al trono di Terre d’Ange, decide di tornare a casa per affondare i suoi doveri si principi, accettando il matrimonio combinato con Dorelei mab Breidaia, principessa di Alba. Non appena arrivato a corte, però, Imriel si innamora perdutamente di Simonie, la legittima erede al trono Angeline, con la quale inizia una relazione clandestina. Per la prima volta nella sua vita il giovane sente di essere davvero felice, ma sarà una felicità di breve durata…
Titolo originale: Kushiel's Justice
Autore: Jacqueline Carey
Editore: Nord
Pagine: 446
Prezzo: 18.60€
Data d'uscita: 24/02/2011
altro: seconda metà del secondo libro della trilogia di Imriel






Recensione
Terre D’Ange, il sogno fantasy di chi immagina il passato dell’Europa in un suo sviluppo storico del tutto irreale, rispetto a quella che è poi la realtà dei fatti. Un altro nome per identificare l’attuale Francia, una terra che ha fatto come stemma di sé l’amore collettivo nel nome del Beato Eula. Ridefinirne la storia degli eventi fino ad ora avvenuti, partendo dalla sua creazione celeste, fino ai giorni che vedono protagonista il nuovo eroe della vicenda, Imriel, prenderebbe fin troppo tempo. Basti sapere che il più grande precetto degli angeline, coloro che abitano questa regione, è quello di amare a proprio piacimento. Non c’è un’unica visione dell’amore, un unico modo di amare ed essere amati, perché amare può comportare sia lati negativi sia lati positivi. Però, se si soffocano i propri sentimenti e si decide di non seguire più tale precetto, si deve essere consapevoli che l’ira degli dei potrà incombere sui malcapitati profanatori.
Mentre la casa editrice Nord ha scelto di pubblicare questa nuova trilogia dedicata ad Imriel de la Courcel, figlio adottivo di Phèdre nò Delaunay (eroina e protagonista indiscussa della precedente trilogia) dividendo ogni singolo volume in due parti, e quindi moltiplicando per due sia le spese che l'attesa per l'uscita, penso sia più giusto commentare questi due libri in un’unica soluzione. Nonostante la suddivisione, infatti, non manca la totale continuità, perché dove finisce il primo, il successivo si riallaccia con un piccolo aplomb di ricapitolazione degli avvenimenti. La prima metà della vicenda sale in crescendo, attraverso una serie di ostracismi magici, politici, morali e sentimentali, alla ricerca di una felicità inafferrabile in cui Imriel è protagonista e succube della situazione.
Dopo gli avvenimenti dei libri precedenti, e di quella che è stata la metamorfosi, dalla giovinezza infantile di un personaggio, fino alla sua adolescenza e poi maturità, ci ritroviamo nel centro dell’azione: un susseguirsi di avvenimenti, cadenzati e intrecciati in tutta la loro carismatica attuazione, che confluiscono in un unico punto cruciale e che paralizza il lettore nel centro di un crescendo narrativo. Avvenuto ciò, la drammaticità della situazione va scemando sempre più. Imriel deve sposare Dorelei, perché è quello che gli viene imposto, anche se non la ama come dovrebbe. Deve lasciare la propria famiglia, la propria terra, il proprio cuore, per il dovere che lo attende oltre mare; ma un sortilegio ben presto soffocherà ogni suo sentimento, gli strapperà dal cuore ogni forza e pace, per trascinarlo in una ricerca vendicativa senza limiti di tempo e di luogo, sempre più lontano dalla felicità e dall’amore.
Decidendo di soffocare i propri sentimenti, immolandosi al gioco politico che lo vuole lontano dal trono di Terre D’Ange, relegato ad Alba e quindi più lontano possibile dalla propria patria, Imriel sacrifica se stesso definitivamente. Il suo peccato, la rinnegazione del proprio amore, lo porta ad una serie di sfortunati eventi che se inizialmente possono apparire comici, ben presto portano solo al capitombolo finale in cui la sofferenza narrativa, e il patema di quanto avviene, rendono fin troppo partecipe il lettore alla vicenda. Questa prima metà della narrazione si dimostra interessante e in qualche modo avvincente, dando così la possibilità di capire quanto comportino determinate scelte.
Quanto invece segue nel secondo libro, è continua sfortuna, una peggiore dell’altra che, più che ostacolare Imriel nella sua ricerca di vendetta per il torto subito, non fanno altro che abusare della capacità di sopportazione del lettore. C’è un numero esiguo di disavventure che chiunque potrebbe accettare prima di perdere il senso della ragione e affidabilità, e purtroppo Imriel nel suo passato e presente ne ha collezionate talmente tante da rendere goffe le nuove avversità in cui s’imbatte ancora una volta, pagina dopo pagina.
I giochi d’amore, che fanno da pilastri narrativi della vicenda, sono prima affrontati fino ad uno struggimento reale di abnegazione, per poi collassare in una vendetta che porta alla conoscenza di nuove culture, nuovi dilemmi religiosi e nuove difficoltà, anche se coronate da una piccola rivincita personale che, finalmente, vede la luce in un amore corrisposto e non più celato.
La storia tutto sommato non è male. La scrittrice riesce ad articolarsi bene nei suoi continui spostamenti narrativi, ma assumendo, in questa avventura in particolare, un’accelerazione fin troppo presente. Come si suol dire, troppa carne sul fuoco rischia di bruciare e, sfortunatamente, l’unico consiglio che esprimerei verso il protagonista sarebbe quello di essere esorcizzato dalla sfortuna che lo perseguita come la celeberrima "nuvola di Fantozzi".
Ora che, perciò, parte degli ostacoli sentimentali sono andati persi, chissà cos’altro si chiederà a questo protagonista sfortunato. Purtroppo temo altre disavventure e dure prove di potere e di amore. Alla Carey non si può chiedere di meglio se non di stare a vedere quello che ha in serbo per noi lettori.

Giudizio: ★★★★ -

3 commenti:

  1. Amo molto i libri della Carey e dopo aver letto la trilogia di Phedre ho davvero un affetto viscerale per Imriel. Devo dire che il primo libro di questa seconda parte del ciclo (il principe e il peccato) mi ha coinvolta molto: ho sofferto, mi sono arrabbiata (tanto!!!) e ho gioito con lui ogni singola pagina.
    Invece ho trovato la seconda parte (la sposa e la vendetta) un po' più lenta e pesante, ripagata solo dalla conclusione delle sfortunate vicende del mio eroe preferito.
    Ma anche il secondo libro della trilogia di Phedre è stato, a mio giudizio, il peggiore dei tre, quindi sono fiduciosa nel terzo libro di questa saga, di cui è uscito il primo libro recentemente (e che ovviamente mi sono già procurata!!!)

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  2. ciao Nevia
    il tuo giudizio e la tua recensione mi incuriosiscono molto...
    non ho mai letto niente della Carey, mi riprometto di farlo al più presto... cercherò questi libri
    buon weekend

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  3. @deoris: concordiamo vedo, ed io aspetto anche il libro di Febbario così faccio piatto unico ed è tanto meglio.

    @Pupottina: sono contenta di averti incuriosito. Ti consiglio di partire dalla prima trilogia su Phedre. merita davvero!!

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