martedì 6 aprile 2010

Recensione: "L'ultimo istante" di Charlaine Harris

Harper e il suo fratellastro Tolliver sono esperti nell'arte di arrivare in una città, farsi pagare e poi andarsene in fretta, perché la gente che assume Harper ha la brutta abitudine di non voler realmente sapere quello che lei ha da dire loro. All'inizio, la piccola città di Sarne, sugli Ozarks, non sembra fare eccezione. Un'adolescente è scomparsa, e Harper capisce quasi immediatamente che la ragazza è morta. Ma i segreti della sua morte e i segreti della città sono così profondi che nemmeno la speciale abilità di Harper può disseppellirli. Vista l'ostilità che si sta accumulando nei loro confronti, lei e Tolliver non desidererebbero altro che proseguire per la loro strada. Ma un'altra donna viene assassinata. E il killer non ha ancora finito...

RecensioneDecisamente sottotono, rispetto alla serie più famosa della Harris, questo inizio di saga dedicato alle avventure investigative della giovane Harper Connelly. "L'ultimo istante" è un romanzo carino, che si fa leggere velocemente ma che con altrettanta velocità, mi duole ammetterlo, si dimentica. Benchè l'elemento sovrannaturale sia sempre presente, qui dobbiamo dimenticarci i sexy vampiri, gli affascinanti licantropi e le cameriere telepatiche che tanto sono apprezzati dai fan della Harris, perchè, anche se la protagonista, Harper Connelly, è dotata della capacità di saper comunicare con i morti rivivendo l'ultimo istante della loro morte, siamo ben lontani dal mondo e dagli interessanti abitanti di Bon Temps. La Harris perde un pò di smalto e confeziona una narrazione cupa, grigia, triste, malinconica che in definitiva non riesce a coinvolgere pienamente. La trama si concentra forse troppo sul lato investigativo della vicenda tralasciando la caratterizzazione di molti personaggi e non solo, per non parlare dell' elemento romantico che è praticamente inesistente.
Dalla sua il romanzo ha il fatto di avere una protagonista veramente interessante, Harper, che con la sua perenne sfortuna e le conseguenze anche fisiche subite dal fulmine che l'ha colpita quando era piccola (e grazie al quale ha acquisito i suoi poteri) non può non fare simpatia, nonostante a volte risulti un pò fredda. Come con Sookie, ancora una volta la Harris preferisce presentare una protagonista dotata, suo malgrado, di strani poteri che la isolano dal resto delle persone che la circondano, quasi rendendola una reietta dalla società. Curioso, anzi intrigante, il rapporto viscerale e un pò ambiguo che ha con il "fratellastro" Tolliver che le fa da assistente nelle sue missioni investigative e dal quale sembra non riuscire proprio a separarsi.
Anche se mi aspettavo di più dalla Harris sono comunque propensa e curiosa di leggere i seguiti per poter approfondire il rapporto tra Harper e Tolliver e per analizzare maggiormente il loro background familiare che, qui solo accennato, si prospetta molto interessante.
Giudizio:***

3 commenti:

  1. Ciao, ho scoperto da poco il tuo blog interessante e aggiornato, e sono anch’io un’appassionata di urban fantasy. Sono totalmente d’accordo con te sull’ultimo libro della Harris. Ha degli spunti interessanti, ma che non bastano a rendere il libro un “must”. Mi piace la descrizione della provincia americana tipica dell’autrice, ma stavolta mancano l’originalità e la fantasia creativa di Trueblood. Peccato.
    Bluefly

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  2. grazie bluefly e benvenuta!
    sì devo dire che come idea di partenza il libro può anche essere originale ma poi la Harris non la sfrutta a pieno.Un'occasione mancata.
    Speriamo nei seguiti!

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  3. Questo è un libro che non ho ancora letto ma ho imtenzione di farlo presto e nella recensione ci sono degli elementi che hai criticato che io invece apprezzo.

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